2009-07-13

Professoresse Licenziose, PM Sessuofobiche e Politici Assenti

Due anni di carcere per essersi fatta toccare il sedere, due anni col patteggiamento, ovvero un'implicita ammissione di responsabilità fatta per evitare la galera.
Senza quello sarebbero stati molti di più alla faccia degli imbecilli che credono che in Italia non si finisca mai in carcere quando semmai é vero il contrario; ad esclusione dei reati finanziari per i quali vi una vera tolleranza giuridica, sociale e culturale, l'Italia é uno dei Paesi più repressivi del mondo Occidentale.
La beffa della pena non é solo nelle sue spropositata entità, ma anche nelle sue conseguenze dal momento che la donna potrà continuare ad insegnare, mestiere per il quale non credo sia portata.
Ricapitoliamo i fatti di questo caso che fu uno dei primissimi che ho seguito; parecchi mesi dopo la fine di una supplenza annuale in un istituto tecnico privato leccese su YouTube compare un filmato (che si scoprirà essere stato messo in rete da un cestista in vena di goliardia) in cui un'avvenente supplente di matematica di 40anni si fa palpeggiare il gluteo da più di un'alunno.
Atto di bullismo subito o consapevole e colpevole mancanza di etica professionale?
A tutti (compreso il sottoscritto) appare chiaro si tratti della seconda opzione, come a tutti (compreso il sottoscritto) appare chiaro che questa vicenda sia di competenza dell'autorità amministrativa competente per il controllo delle qualità degli insegnanti e che c'entri poco con il codice penale.

Invece la Pm Maria Cristina Rizzo, specializzata in reati sessuali e già nota a questo sito per aver mezzo rovinato la vita ad un poveraccio accusandolo ingiustamente di stupro ed omicidio, si scatena.
Immagina torbide relazioni sessuali tra la docente ed i suoi alunni ed indaga in tal senso mobilitando un intero reparto dei carabinieri che per un un mese non fanno altro che interrogare tutti gli alunni avuti negli anni dall'insegnante licenziosa.
La Sacra Corona Unita ringrazia.
Non trovando nulla in tal senso deve accontentarsi di quello che ha, le foto trovate grazie ad una super consulenza (super onerosa, ma tanto paga l'erario) affidata alla sua super consulente di fiducia: l'ingegnera Luigina Quarta.
Le foto hanno natura sessuale dice la Pm, se non per la prof per i suoi alunni tra i quali vi sono alcuni minori di 16 anni, pertanto il 609 C.P. (violenza sessuale, da 5 a 10 anni) vi entra del tutto e chi se ne frega se gli adolescenti erano i primi ad essere contenti delle palpeggiate.
L'avvocato Elvira Belmonte prova, senza successo, a fare goal in contropiede; se le foto hanno natura sessuale sono foto porno, anzi pedoporno visto che gli attori sono minori, dunque coloro che le detenevano e le hanno messe in rete sono colpevoli di detenzione e divulgazione di materiale pedo-porno (Art. 600- ter. Pornografia minorile, da 6 a 12 anni).
Ragionamento logico ma la Rizzo fa finta di niente ed archivia la controdenuncia.
Ieri l'epilogo: due anni con la possibilità di continuare ad insegnare per la gioia di tanti bravi professori che non possono esercitare la nobile professione non avendo la cattedra.

Personalmente nutro più di un dubbio sulle capacità della Rizzo a svolgere la professione di Magistrato (in questo ella é assai simile alla sua perseguita) ma il punto non é questo dato che ogni sistema dovrebbe essere in grado di tutelarsi dall'errore dei suoi membri.
Il problema é di sistema e riguarda la legge del 1996 sulla violenza sessuale che assegna assoluto potere interpretativo al primo venuto che abbia passato un'esamino di diritto romano.
Nata per sopperire ad un vuoto terribile legislativo (prima del 1996 la legge sulla violenza sessuale non esisteva e lo stupro era reato contro la morale non contro la persona) questa legge, voluta dalla mia parte politica, la sinistra, ha peggiorato le cose in senso opposto facendo scomparire il reato di molestie ed uniformando ogni atto che abbia finalità sessuale alla penetrazione violenta.
Lo scopo, legittimo, di questa equiparazione era evitare le strategie degli avvocati degli stupratori nel passato, per cui se non vi era penetrazione vaginale od anale non era stupro ma molestia sessuale.
Pertanto costringere qualcuno al sesso orale (reato dalle conseguenze devastanti per la vittima) era passibile di una piccola pena sproporzionata all'entità del danno arroccato.
Si decise dunque di eliminare il reato di molestie (primo errore), di alzare (giustamente) le pene, mantenendo però (secondo errore) inalterato l'impianto dell'art. 609 C.P.
Una legge corretta avrebbe dovuto avere una revisione totale sul piano delle definizioni dei reati, una descrizione precisa e non interpretabile di cosa é (e cosa non é) violenza sessuale; invece in questo modo un commento ad una persona reiterato e volgare (atto sicuramente sgradevole) diventa stupro e se vieni giudicato da una Rizzo (o da un Ghezzi) rischi davvero anni di carcere quando un vero stupratore, che magari ha un atteggiamento collaborativo, se la cava con la metà.
Poi vi sarebbe da definire con esattezza la problematica del sesso consenziente di un/a maggiorenne con un/a minorenne. Il 609 C.P. non lascia scampo; equipara il sesso fatto con un post-pubere con il sesso fatto con un pre-pubere dimenticando che se i danni subiti dal primo sono inesistenti, quelli subiti dal secondo sono enormi.
Sarebbe stato più intelligente, in sede legislativa, distinguere i due casi; equiparando la violenza sessuale solo al sesso consenziente con i minori di anni 12 ed al contempo creare un reato ad hoc (ad esempio atti sessuali con minori di anni 14, 16. etc...) con sanzioni diverse, più leggere e più eque in relazione all'entità del danno.

Ma questa revisione appare assai lontana. Anzi in parlamento giace un DDl che va nella direzione opposta; pene ancora più alte, pubblico registro per i sex offenders, e nessuna revisione all'impianto dell'articolo 609.
Pertanto, cari amici, attenti ai corteggiamenti troppo ruspanti: le porte del carcere sono aperte per voi per un minimo di 10 anni da scontare (quanto prevederebbe la legge se approvata).

Del resto cosa aspettarsi dai nostri politici che hanno come consulenti gente come Antonio Marziale e come colleghi personaggi come Luca Barbareschi, vero promotore della legge.
Del primo, campione mondiale dell'autopromozione, abbiamo già parlato.
Del secondo le cronache riportano un problema conflittuale con la cocaina (mai negato tra l'altro; vedere tra le righe di Olocausto Bianco di Pinotti) e l'essere stato cliente della Maitresse Lara che gli forniva transessuali dietro compenso economico.
"La mia sessualità ha un lato assai femminile" disse l'attore all'epoca, provocando un brivido emozionale alle sue innumerevoli fans. Personalmente della sessualità dell'attore (il cui pensiero é una perfetta fusione tra la cultura lesbo-femminista degli anni 70, l'autoritarismo fascistoide e l'ipocrisia piccolo-borghese) interessa poco; semplicemente sarebbe auspicabile coerenza nella vita privata in chi si erge a paladino della pubblica moralità (la cui difesa é il vero scopo di proposta di legge che poco a che vedere con la lotta alla pedofilia).
Ma é noto che quando si é giudici di sé stessi si é sempre molto magnanimi.....

dal blog di Il giustiziere

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