2007-09-17

Sabaudia e i suoi politici

La presenza dei naturisti sulle spiagge di Sabaudia si inserisce, all’indomani della netta chiusura del sindaco Sandro Maracchioni, la voce di Frankie Sanna, già delegato alla sicurezza della passata amministrazione ed attuale consigliere di minoranza quale esponente di spicco di Alleanza nazionale.
Sanna è stato in materia un autentico precursone.
Fu sua la proposta di istituire nell’area del poligono militare di Valmontorio una vera e propria "isola dell’amore" per coppiette alla ricerca di intimità con relativi servizi e strutture adeguate.
E fu sempre lui, l’anno successivo, a farsi carico delle istanze dei nudisti proponendo che parte dell’arenile che va dalla Bufalara a Rio Martino, e che si snoda per tre chilometri e settecento metri a ridosso della strada provinciale interrotta ormai da quindici anni, fosse riservato a quanti amano esporsi al sole e fare il bagno come mamma li ha fatti.
«Ritengo sbagliato affrontare il problema dei naturisti e delle loro esigenze come se fosse un fenomeno turistico, almeno per quanto riguarda una realtà come Sabaudia dove le loro presenze, sparpagliate su ventidue chilometri di spiagge, con prevalenza per quei tre chilometri e mezzo a ridosso della vecchia strada provinciale interrotta, sono decisamente esigue.
Del fenomeno mi preoccupa invece quello che esso può indirettamente provocare, mi riferisco ai cosiddetti "guardoni" che sono soliti camuffarsi da naturisti unicamente per sfogare i loro istinti di autoerotismo e che sfuggono spesso ai controlli proprio perché mancano aree riservate esclusivamente ai naturisti.
In altre parole delimitare con cartelli ed apposita segnaletica tratti di spiaggia frequentati dai soli nudisti significa anche monitorare costantemente le zone adiacenti e quindi stroncare più agevolmente il cosiddetto vuoyerismo» spiega Sanna nel corso della conferenza stampa da lui convocata.
Ma al sindaco Maracchioni l’esponente di Alleanza nazionale propone anche una seconda soluzione che eliminerebbe alla radice il problema: ripristinare il tratto di provinciale interrotto da anni fra Rio Martino e la Bufalara e riguadagnare alla piena fruibilità la sottostante duna. «Così facendo potremmo avere altre spiagge per famiglie, con mamme e figli al seguito e riservare qualche centinaio di metri di arenile, ben delimitato agli amanti della tintarella integrale, senza quindi penalizzare in alcun modo o scandalizzare gli altri bagnanti anche se mi chiedo che differenza ci sia fra una naturista "doc" e una bella e procace signora che, come spesso accade, prende il sole coperta esclusivamente da un filo interdentale» conclude Sanna che presenterà in Consiglio comunale un ordine del giorno perché sia poi inserito nel nuovo Pua, il Piano di utilizzazione degli arenili.
A sposare invece integralmente la posizione del sindaco Maracchioni, nettamente contrario ad "istituzionalizzare" la presenza di colonie di naturalisti sulle dune del Quaternario, è il portavoce dell’Associazione commercianti, Franco Natale.
«Vivo e lavoro da quarant’anni a Sabaudia e e , vip a parte, la città è stata sempre la meta di mamme e bambini proprio per le sue caratteristiche ambientali, a partire dalla sua spiaggia dorata di facile accesso ai più piccoli.
E con tutto il rispetto per le associazioni naturaliste non credo che si possa consentire una commistione di questo genere» commenta l’esponente dell’Udc e proprietario de "Lo Scoglio".

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