È morto il 25 luglio 2010 il professor Luigi De Marchi, psicoterapeuta umanista, fondatore e presidente di tre importanti scuole di psicoterapia: quella di Wilhelm Reich, la bioenergetica di Alexander Lowen e l'umanistica di Carl Rogers.
De Marchi era anche presidente onorario della Societa' italiana di psicologia e direttore della Societa' europea di psicologia umanistica.
Chi odia l'Occidente ha una paura matta del sesso
Inviato da MrBittertooth il Ven, 04/04/2003 - 11:58
Un articolo di Luigi De Marchi dei tempi della guerra del Golfo n° 1 -- Operation Desert Storm. Sempre attuale, purtroppo!
Chi odia l'Occidente ha una paura matta del sesso
Sotto la loro maschera ideologica i fascisti, gli ex-comunisti, gli integralisti cattolici o islamici condividono la stessa matrice ideologica: sono sessuofobici, dogmatici e intolleranti.
In un recente editoriale, Vittorio Feltri ha sottolineato che la crisi del Golfo rivela che in Italia ci sono due partiti trasversali, che raccolgono consenso attraverso differenti ideologie e differenti partiti tradizionali.
Feltri ha richiamato il fatto che il fronte anti-occidentale è composto da una maggioranza di ex-comunisti, ex-fascisti e cattolici integralisti.
Questi gruppi sono considerati rispettivamente di sinistra, di destra e moderati, ma si trovano insieme a protestare contro "l'arroganza dei paesi occidentali" che non sono capaci di trovare un accordo con quel brav'uomo di Saddam Hussein.
E' difficile spiegare come persone che si considerano nemiche possano trovarsi raggruppate insieme.
Credo che la guerra del Golfo, questo evento traumatico, abbia funzionato come un reagente per rivelare le relazioni psicologiche tra alcuni gruppi e alcuni tipi di personalità , oltre la loro apparente incompatibilità .
Credo che questo fronte trasversale sulla crisi del Golfo ci dia prove ancora più chiare del fatto che gli atteggiamenti politici e sociali debbano essere analizzati in termini psicologici, un tipo di analisi che io chiamo psico-politica.
"Le ideologie non sono che maschere" dice l'analista psico-politico, "quello che conta davvero sono i tipi psicologici che si trovano sotto queste maschere."
Se guardiamo un po' più da vicino queste ideologie, e applichiamo questo punto di vista, possiamo facilmente trovare cosa hanno in comune.
Primo, hanno un denominatore comune nel dogmatismo.
Ad essere onesti, questo è meno forte di quanto sia stato in passato, perché la storia e la scienza insieme hanno sconfessato numerosi dogmi cattolici, comunisti o fascisti, e le loro gerarchie hanno dovuto rivedere o attenuare la loro dottrina.
Nondimeno tutti questi gruppi hanno nostalgia delle certezze passate e tutte hanno avuto o hanno tuttora "capi infallibili".
In secondo luogo, tutti questi movimenti hanno - a volte in netto contrasto con le loro affermazioni pubbliche - un approccio fortemente misogino e sessuofobico. Non a caso lottano per "moralizzare" la società , e per lungo tempo hanno escluso le donne dalla leadership.
Terzo, questi movimenti, e quelli cattolici in particolare, si oppongono alla contraccezione e al controllo delle nascite.
Tutti questi movimenti hanno una lunga storia di persecuzioni sanguinose, sia all'interno che all'esterno.
Tutti questi aspetti comuni sono strani e allarmanti, e tuttavia sembra difficile trovare un denominatore psicologico comune.
Tra i primi a cercare di spiegare questi fatti ci fu Wilhelm Reich, discepolo eretico di Freud.
Secondo Reich, la repressione della sessualità naturale, tipica dei regimi autoritari (dal nazismo allo stalinismo, dalle dottrine maoiste al cattolicesimo all'islamismo), è l'innesco psicologico per lo spirito gregario dei seguaci e per l'autoritarismo delle leadership.
Crea una distorsione sado-masochista della personalità .
Al livello sociale, produce un costante desiderio di dominio e di controllo nei leader; e tra i seguaci, un bisogno incoercibile di sottomissione, uno spirito di sacrificio all'autorità, che si tratti della chiesa, dello stato o del partito.
L'ipotesi di Reich è interessante, perché Reich è il primo a compiere ricerche per una spiegazione psicologica di fenomeni che appaiono molto differenti.
Tuttavia, quest'ipotesi sembra anche unilaterale e semplicista.
Possiamo credere, come Freud fece nei suoi tempi vittoriani, che tutte le neurosi umane e le tragedie derivino dalla repressione sessuale?
Uno scrittore italiano degli anni '30, Achille Campanile, rispose corrosivamente a Freud che "la vita di un uomo - e la sua morte - non si riduce solo alle sue pene". Se fosse vero, come credeva Reich, che prima della nascita dei regimi totalitari con la loro repressione sessuale, tutti gli uomini erano buoni e felici (come nel mito del buon selvaggio proposto da Rousseau), allora da dove e da chi sono stati generati tutti i regimi autoritari e sessuofobici?
Nelle mie ricerche sulla conflittualità umana, mi sono imbattuto in un altro fattore primario di distruttività che la psicologia sembra avere negletto, e che non deriva da nessuna "società cattiva", ma dalla semplice e naturale evoluzione della mente umana, e questa è l'angoscia di morte (che segue la scoperta del comune destino di morte, la propria stessa morte, e la partecipazione all'agonia e alla morte dei propri cari) e alla sua accettazione paranoide.
La psiche umana tenta di difendersi da quest'angoscia con il bisogno di certezze, e con la promessa religiosa circa il Paradiso, dove c'è gioia eterna e pace della mente, Paradiso che è riservato ai seguaci della Vera Fede (e qui l'inizio di tutte le guerre sante, l'ultima la Jihad che promette di distruggere tutti i miscredenti).
I movimenti totalitari moderni, di destra o di sinistra, sembrano essere l'estremo tentativo di riprodurre il paradiso in terra delle antiche credenze religiose, scosso dall'approccio scientifico e laico che è fiorito nei paesi occidentali.
Ma a questo punto, l'affinità psicologica di base dei seguaci della Vera Fede e delle Vere Rivoluzioni appare chiara, e spiega perché persone con ideologie differenti si trovano fianco a fianco: come fu nel caso del patto Ribbentrop-Molotov, e del sostegno vaticano al fascismo in Italia, o il sostegno irresponsabile dell'ex-Unione Sovietica al fondamentalismo islamico; come è nel caso del continuo revival della cultura cattolica-comunista, fino alla generosa "comprensione" che il papa ha offerto agli istigatori dell'assassinio di Salman Rushdie (fortunatamente non realizzato) e alla cordialità che la Santa Sede ha sempre dimostrato verso l'OLP (che ha rinunciato solo recentemente al terrorismo); o al rifiuto di accettare le pratiche contraccettive in nome della possibilità di moltiplicare i pani e i pesci (che non si è mai realizzata); fino all'articolo che il settimanale "Civiltà cattolica" ha pubblicato in difesa della legittimità dell'invasione irachena del Kuwait; e naturalmente, fino al crearsi del fronte anti-occidentale durante la crisi del Golfo.
Alla fine, quali sono le mancanze dell'occidente democratico che questi militanti e veterani dei vari pensieri dogmatici considerano imperdonabili, fino al punto di sostenere sempre i suoi nemici?
Indico tre punti.
Il primo difetto è che questi paesi occidentali sono la patria di questi "rivoluzionari", e in quanto tali, rappresentano il simbolo dell'Autorità che essi contestano.
La seconda mancanza è la libertà sessuale, che mina il processo di costruzione del fanatismo, come Reich aveva sottolineato.
La terza mancanza imperdonabile è che i paesi dell'occidente sono la patria del pensiero umanistico, basato sulla ricerca indipendente, che da duecento anni mette in crisi le loro certezze e la loro promessa di paradiso, che sia celeste o di questa terra.
Se andate in giro in centro per Passeig de Gràcia, tra la Pedrera e la Casa Batllò.
Oppure state passeggiando davanti alla Sagrada Familia e vi intrufolate per una delle stradine popolari della Ciutat Vella.
Voltate l’angolo che vi porta a Las Ramblas continuate dritto fino a Plaça Catalunya. Tutto a un tratto potrete essere circondati da persone totalmente nude.
Nella capitale catalana è permesso camminare per strada come mamma ci ha fatti, o per meglio dire non è proibito.
Nel 2004, due associazioni pro-nudismo riuscirono a far approvare dal Parlamento catalano un’ordinanza che riconosceva il diritto “civico” di esercitare la nudità in pubblico.
Per i promotori, si trattava di diffondere un’iniziativa utile a migliorare “l’educazione e la convivenza nell’esercizio dei diritti civili”.
Le leggi spagnole proibiscono espressamente soltanto l’esibizionismo in forma oscena o forzata di fronte a minorenni, mentre non è contemplata alcuna sanzione per il nudismo.
Da allora, puntualmente continua a spuntare qua e là qualche nudista che passeggia o va in bicicletta attraversando la città.
Per esempio vi capiterà di vedere un signore di mezza età, cappellino rosso in testa e scarpe da ginnastica ai piedi totalmente nudo.
“L’uomo nudo” di Barcellona è diventato un’icona del nudismo catalano e le sue immagini senza veli hanno già fatto il giro del mondo, anche perché il vecchietto non ha problemi nel farsi scattare una foto con il turista che se lo ritrova di fronte.
Ma c’è un problema.
Gira voce che i ristoratori catalani abbiano iniziato a storcere il naso per tutte queste libertà.
E il bello è che non se la prendono con i nudisti ma con chi sta in costume e non porta la maglietta.
I commercianti e i baristi del centro storico, insomma, si lamentano che il turismo a Barcellona è diventato incivile, ma così incivile che stanno meditando di proporre alle autorità cittadine un’altra ordinanza che proibisca di passeggiare per strada in costume.
Potete girare nudi, ma in costume no.
Nella capitale catalana è permesso camminare per strada come mamma ci ha fatti, o per meglio dire non è proibito.
Nel 2004, due associazioni pro-nudismo riuscirono a far approvare dal Parlamento catalano un’ordinanza che riconosceva il diritto “civico” di esercitare la nudità in pubblico.
Per i promotori, si trattava di diffondere un’iniziativa utile a migliorare “l’educazione e la convivenza nell’esercizio dei diritti civili”.
Le leggi spagnole proibiscono espressamente soltanto l’esibizionismo in forma oscena o forzata di fronte a minorenni, mentre non è contemplata alcuna sanzione per il nudismo.
Da allora, puntualmente continua a spuntare qua e là qualche nudista che passeggia o va in bicicletta attraversando la città.
Per esempio vi capiterà di vedere un signore di mezza età, cappellino rosso in testa e scarpe da ginnastica ai piedi totalmente nudo.
“L’uomo nudo” di Barcellona è diventato un’icona del nudismo catalano e le sue immagini senza veli hanno già fatto il giro del mondo, anche perché il vecchietto non ha problemi nel farsi scattare una foto con il turista che se lo ritrova di fronte.
Ma c’è un problema.
Gira voce che i ristoratori catalani abbiano iniziato a storcere il naso per tutte queste libertà.
E il bello è che non se la prendono con i nudisti ma con chi sta in costume e non porta la maglietta.
I commercianti e i baristi del centro storico, insomma, si lamentano che il turismo a Barcellona è diventato incivile, ma così incivile che stanno meditando di proporre alle autorità cittadine un’altra ordinanza che proibisca di passeggiare per strada in costume.
Potete girare nudi, ma in costume no.